Cari soci,
nel mese di settembre le società scientifiche dell’area endocrino-metabolica (AME, AMD, SID, SIE) hanno inviato un documento ad AIFA, Lilly e Novo Nordisk per la nota carenza nelle farmacie italiane di Dulaglutide e Semaglutide iniettabile per il trattamento del diabete mellito tipo 2.
Le aziende hanno risposto confermando l’impegno di cercare di garantire la fornitura di tali preparazioni ai pazienti già in trattamento ma anche la difficoltà ad implementare, almeno per ora, la disponibilità di tali molecole per nuovi pazienti rinnovando quindi l’invito a non porre in trattamento nuovi pazienti.
L’acquisizione di nuovi stabilimenti (anche in Italia) costituirà, forse, nel futuro, con tempi ancora da definire, una possibile fonte di implementazione. Le aziende stanno comunque fornendo trattamenti efficaci per il controllo del diabete mellito tipo 2 alternativi a Dulaglutide e Semaglutide iniettiva, in particolare Semaglutide orale, disponibile da anni sul mercato italiano, e in un prossimo futuro Tirzepatide.
Sia Semaglutide orale che Tirzepatide tuttavia non hanno ancora concluso tutti gli studi in sottopopolazioni particolari e non possiedono quindi tutte le evidenze scientifiche possedute da Dulaglutide e Semaglutide iniettiva che ne hanno determinato il largo impiego basato sulle evidenze con soddisfazione di pazienti e medici.
Tali mancanze in un’ottica di appropriatezza prescrittiva potrebbero creare possibili richiami da parte di assessorati e servizi territoriali sempre molto attenti al rispetto delle regole basate sull’evidenza.
Per quanto di Sua competenza AIFA ha risposto che le azioni di mitigazione sono state attivate e che alcuni dei problemi relativi alla gestione delle carenze attengono da una parte agli organi legislativi, dall’altra a strategie industriali delle singole aziende farmaceutiche.
E’ un dato di fatto che in questo momento dopo tanto entusiasmo per queste terapie e le approfondite analisi per identificare la molecola più corretta per il singolo paziente, l’endocrinologo dedicato al diabete si senta privato di due armi potenti efficaci e largamente studiate in ampie e diverse casistiche di pazienti e che tale situazione determini anche situazioni di difficoltà e conflitto nel rapporto quotidiano e fiduciario con il singolo paziente.
Renato Cozzi
Olga Disoteo
Vincenzo De Geronimo
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